Si reputano un’associazione culturale contro il sistema, in realtà 100 Giorni da Leoni è l’ennesimo gruppo che sopravvive grazie alle donazioni previste proprio dal sistema e a una pericolosa campagna di disinformazione

Il nome è alquanto originale, non c’è che dire. Una modifica alla celebre frase scritta da un anonimo sul muro di una casa di Fagarè (Treviso), durante la Prima guerra mondiale. Una frase che per certi versi ha un senso, visto che 100 Giorni da Leoni nasce proprio a Treviso con l’intenzione di combattere un sistema corrotto e malsano. Che noia! Parole dette e ridette migliaia di volte.
Eppure anche se le frasi inizialmente erano meccanicamente preconfezionate come le bustine dello zucchero, il progetto 100 Giorni da Leoni è diventato una tiepida realtà. Un progetto nato per estirpare il terribile sistema allo scopo di autocelebrarsi salvatori delle piazze, tra applausi al vetriolo e promesse impossibili da mantenere. Non è dello stesso parere Riccardo Rocchesso ― ideatore dell’associazione ― il quale invece afferma che 100 Giorni da Leoni:
“È un incontro tra la libera informazione e la nuova politica. Un piccolo spazio di libertà, uno degli ultimi rimasti sul web e sui social”.
Citazione di Riccardo Rocchesso
«No al sistema!»
A parte i propositi di rivoluzione, fratellanza, amore e rispetto, 100 Giorni da Leoni è l’ennesimo contenitore di personaggi del fake in Italy. Intrattenitori da avanspettacolo riciclati come il polpettone di santo Stefano fatto con gli avanzi di Natale. Personaggi come Alessandro Meluzzi, Zainz, la coppia Montanari-Gatti, Matteo Gracis, Stefano Scoglio, Massimo Mazzucco e Barbara Balanzoni, ad esempio, sono solo alcuni di quelli che si prodigano alla causa tra pubblicazioni di video e apparizioni in pubblico, dispensando parole caricate a salve.
Il tutto è farcito di commovente sacrificio e tanto coraggio. Perché è così che i partecipanti vedono questi profeti in odore di santità i quali, secondo loro, a causa delle loro notizie scomode rischiano costantemente la vita. Per come la vediamo noi l’unico rischio che corrono è la violazione dell’art. 656 del codice penale, riguardo la diffusione di notizie false. Soprattutto quando si parla di salute. In alcuni casi potrebbero anche macchiarsi del delitto di circonvenzione di incapaci.
Ognuno però è pronto per battersi contro lo squallido mercato voluto dal sistema. Quello fatto di vaccini, di armi da inviare in Ucraina e quei dannati obblighi varati per portare guadagno al sistema. Nessuno però si indigna al pagamento della tessera di 25 euro per poter «diventare un Leone» ― come recita il sito. Eppure il pagamento di una qualsiasi tessera rientra a pieno titolo tra le attività lecite del sistema. Cercare di demolire qualcosa che vi permette di guadagnare lo reputiamo geniale.
Ma di cosa si occupa 100 Giorni da Leoni?
L’associazione nata nel 2020 a Preganziol, in provincia di Treviso, porta nelle piazze un impasto tra pensiero no vax, propaganda putiniana, tesi complottiste di ogni risma ma soprattutto livore. Tanto, parecchio livore. Una rabbia antica, insensata come una granita al gorgonzola. Ma è proprio grazie a questa rabbia compressa che dai palchi di parecchie città l’associazione dispensa un amore malato.
Una passione per il nulla. Un miscuglio di frasi fatte, di ovvietà distillata e quel sano populismo da bocciofila, tra una bestemmia e un sorso al vino della casa. Secondo lo statuto però il progetto prevedrebbe l’ambiziosa diffusione della cultura, operando a fini sociali privi di lucro, proponendo:
I progetti
- progetti culturali e artistici
- iniziative congressuali, educative e didattiche
- seminari, master e corsi,
- fiere, mostre, rassegne ed esposizioni,
- conferenze, dibattiti, festival,
- concorsi, concerti, premi
- lo sport, il teatro, la danza e la cultura musicale e le arti letterarie, anche attraverso l’eventuale gestione di spazi deputati alla fruizione pubblica di tali discipline, come gallerie, musei, sale cinematografiche, cine club, biblioteche, sale da concerto, teatri, centri culturali;
- la pubblicazione, redazione e diffusione di periodici, riviste, giornali, cataloghi, materiale digitale e audiovisivo, produrre e promuovere opere audiovisive, cortometraggi, medio metraggi, lungometraggi, documentari, animazioni, video-reportage e lavori fotografici, servizi giornalistici;
- La gestione di archivi artistici, fotografici, editoriali, di cineteche, biblioteche e librerie; digitalizzare archivi e opere d’arte e audiovisive;
- L’interscambio culturale tra Italia e tutti i paesi del panorama internazionale, attraverso l’organizzazione di manifestazioni sia in Italia che all’estero;
- I viaggi educativi e culturali e visite guidate di carattere artistico e culturale;
- La tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, ambientale, paesaggistico ed i beni culturali italiani e internazionali;
- L’attività di consulenza, interpretariato, progetti di traduzioni in genere;
- I progetti culturali e sociali finanziati e/o sovvenzionati dall’Unione Europea e dall’Italia;
- La formazione e comunicazione legate al perseguimento del benessere animale.
In realtà sul sito i video vertono su temi quali: “L’ultimo capolavoro di Massimo Mazzucco: Ucraina, l’altra verità“; “Vogliono farci fare figli virtuali“; “Macron sconfitto, Putin sta vincendo” oppure “Realtà vs propaganda“. Oltre a questi, sono molti altri i titoli dal sapore squisitamente no vax filo putiniano.