Green Pass e democrazia: quando anche il no vax può dire la sua

Impazza sui social la protesta no vax contro gli albergatori e i ristoratori che chiederanno il Green Pass: «Vi denunceremo e metteremo recensioni negative»

C’era da aspettarselo che l’armata no vax passasse al contrattacco, dopo la proposta del governo in merito al Green Pass. A dire il vero in quest’ultimo anno non abbiamo mai smesso di assistere a continue proteste — alcune pericolose — da parte degli antivaccinisti. La maggior parte di loro sono convinti che con l’arroganza in stile Peaky Blinders riusciranno a farsi temere dall’odiato nemico provax filogovernativo. Ci dispiace deludervi, ma non funziona così.

Se fossero in grado di instaurare un dialogo cortese, grammaticalmente corretto ma soprattutto sensato, capirebbero che le persone amano la bellezza, la fiducia e il buongusto. Difficile trovare amanti delle discariche, dei rutti urlati da cialtroni e della volgarità in stile urinatrice. Approcciarsi al mondo social con le maniche della camicia rimboccate, sbraitanti di rabbia repressa e in evidente stato confusionale non fa bene a nessuno. Soprattutto alla convivenza civile.

L’incongruenza no vax

Non vogliamo ricominciare con la solita solfa, come in questo art. Proprio no. Continuare a scrivere delle continue limitatezze e dello scempio che lasciano sui social non ci teniamo. Siamo stufi. Avevamo deciso di non parlare più di questo problema sociale, gramo come la rogna, partorito dalla presunzione degli eterni secondi. Tuttavia, per onore di cronaca, ci sembra giusto puntualizzare l’ennesima incongruenza su quello che loro definiscono “pensiero”.

novax green pass
Farneticazione di un no vax, presumiamo inventata di sana pianta

In realtà, più che una riflessione, è la solita farneticazione ripetuta in modo automatico. Una catena di sant’Antonio portata avanti da quei no vax convinti che il Green Pass sia anticostituzionale. Così, un po’ per machismo, un po’ per essere considerati e un po’ per problemi personali, alcuni post riguardanti il Green Pass vengono inventati. Il messaggio subliminale — come nel caso dell’immagine qui di lato — è il seguente: «A me non la si fa! Io conosco la legge e adesso sono cazzi vostri!».

L’avvertimento che passa sui social, in modo insistente su Facebook, fa riferimento in modo particolare alla categoria degli albergatori e a quella dei ristoratori. In questa lotta antivaccinista contro il potere ci sono anche quei locali che prossimamente non faranno entrare chi è sprovvisto di Green Pass; non solo i no vax. Se solo un anno fa la Korazzata Minkioskyn si batteva per la riapertura dei locali, schierandosi solidale con gli albergatori e i ristoratori, accusando di nazismo il governo, adesso la stessa korazzata vuole denunciarli e farli fallire. L’accusa è categorica: connivenza con lo Stato.

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Il riso abbonda sulla bacheca degli stolti

E pensare che i motti no vax inneggiano lo Stato di diritto, la Costituzione e la democrazia. Orde di maneschi pronti a impartire lezioni di diritto liberale, di etica e disciplina morale. Un ammasso di carne insurrezionalista viziata dai like, in cui anche chi di professione fa “l’assaggiatore della pasta di mammà” ha diritto di criticare l’operato di un esperto. Così anche il pentimento di un medico no vax, ammalatosi di covid e finito in terapia intensiva, per gli antivaccinisti diventa una farsa. Motivo questo più che giustificato per deridere con grasse risate chi, secondo loro, è un attore.

La bufala no vax sul Green Pass al concerto

Per questa bufala viene addirittura scomodato Richard Ashcroft, cantante dei Verve. Secondo la “notizia”, l’artista non prenderebbe parte al Tramlines il 25 luglio, al parco di Hillsborough di Sheffield. La bufala è stata battuta da un sito complottista, nel quale si afferma che Ashcroft avrebbe rinunciato al concerto perché: «Non ci deve essere nessun pass vaccinale». In effetti il cantante non si esibirà, ma non per questo motivo. Ashcroft non sarà presente al festival poiché, come detto dallo stesso cantante:

Mi scuso con i miei fan per la delusione, ma il festival è stato informato più di 10 giorni fa che non avrei suonato una volta che fosse entrato a far parte di un programma di test del governo. Mesi fa avevo informato il mio agente che non avrei suonato in concerti con restrizioni. Lo status del festival era una cosa quando mi sono iscritto, ma purtroppo sono stato costretto a diventare qualcos’altro. Deve essere una questione di età, ma le parole Government Experiment e Festival.

Visto che non siamo capaci a berci tutto, soprattutto se l’aceto viene spacciato per Barolo, abbiamo spulciato le pagine di “The Guardian”. Abbiamo così scoperto che l’articolo non cita assolutamente il Green Pass, ma bensì un test voluto dal governo britannico per vedere la trasmissibilità del covid. In effetti possiamo leggere che:

I partecipanti non dovranno indossare una maschera e non ci sarà il distanziamento sociale, indipendentemente da eventuali restrizioni ufficiali al momento. Dovranno dimostrare un risultato Covid negativo da un test di flusso laterale effettuato nelle 48 ore precedenti, o di aver ricevuto due dosi di vaccinazione, con la seconda ricevuta almeno 14 giorni prima. Il Tramlines ha ricevuto il via libera nell’ambito del programma di ricerca sugli eventi del governo, che monitora la trasmissione di Covid tra i partecipanti.

Il senso civico del vaccino

Per come la vediamo noi: vaccinarsi è un’azione di senso civico. Non vogliamo per forza essere talebani, titolari di una dottrina di assoluta certezza. È lecito porsi delle domande, comprendere come agisce un vaccino, quando e come farlo. Non è più lecito quando del tutto estranei alla materia si lanciano accuse pesantissime, arrivando persino a dire che il vaccino uccide. Va da se che il Green Pass è l’unico “lasciapassare” che accerta se una persona è stata vaccinata oppure no. Non è discriminazione, bensì una scelta.

Non vaccinandosi si diventa un rischio per la collettività. Il pericolo di modificare il virus in una variante talmente bastarda da rendere i vaccini inefficaci non è da escludere. Più contagi, più possibilità ci sono che il virus muti. Ecco perché è importante vaccinarsi. Per cui, citando un articolo della Costituzione così cara ai no vax, vi lasciamo con un «buon Green Pass a tutti».

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