Sopravvivono grazie a raccolte fondi per l’acquisto di strumenti, contributi per spese giudiziarie e «piccoli aiuti» per il sostentamento quotidiano. Ecco chi sono i furbetti del web, la professione di chi vive a scrocco
Tra gli strilli di alcune scimmie ubriache e quel martellante «venghino signori, venghino…» enunciato a gran voce da un imbonitore dell’assurdo, scorgiamo i furbetti del web. Non è difficile riconoscerli sotto il tendone dell’enorme circo del fake in Italy. Davanti ad un pubblico ammaestrato si leccano le ferite: quelle lasciate da una giustizia che punisce i diffamatori, i disinformatori o gli squadristi.
Tuttavia, a differenza dei soliti truffatori abbigliati da grande soirée, tra selfi e champagne, risate e ostriche, i furbetti del web appaiono scoraggiati e delusi. Le voci di rimprovero e i volti spesso emaciati dei nuovi accattoni della rete ricordano ai propri seguaci le dure battaglie sostenute contro un sistema ingiusto e manovrato dai potenti del mondo.
Battaglie combattute con tenacia da dietro i loro pc (spesso comprati con soldi altrui), oppure calpestando palchi rigorosamente non a pagamento. Le loro richieste arrivano tramite video, tweet e post lanciati contro le istituzioni, con un’oratoria aggressiva tipica di chi pratica il fallo da frustrazione.
Le loro mani virtuali irrompono sui social senza alcuna dignità. Chiedono ai passanti online la giusta elemosina dovuta a dei reduci sprezzanti delle istituzioni e probi all’arduo compito del paladino. Una sorta di risarcimento economico che chiunque dovrebbe versare come riconoscenza a chi si è immolato per la causa.
Troppo facile così…
Chiudete gli occhi e immaginate, ad esempio, di accanirvi contro il personale medico tra minacce di morte, insulti e menzogne. Oppure immaginate come vi potreste sentire nell’offendere la memoria dei defunti, diffondendo menzogne infamanti degne di chi del proprio fallimento ne ha fatto una ragione di vita.

Sempre con gli occhi chiusi immaginate di spargere in rete un inutile allarmismo dicendo che un farmaco, invece di salvare migliaia di vite, uccide inesorabilmente a causa di un piano ben congegnato da lobby misteriose. Immaginate ora la parte lesa, la quale vi denuncia.
Adesso smettete di immaginare e guardate la realtà sui social. I furbetti albergano qui. Il web è la via perfetta in cui chiedere soldi per rimediare ai propri errori. Ma è troppo facile farsi mantenere con la scusa di aver perso una battaglia e non la guerra, senza pagare di tasca propria.
Ancor più assurdo è combattere il nulla — perché è del nulla che parliamo — a centinaia di chilometri di distanza, comodamente seduti su una poltrona in similpelle, dietro un tavolo in formica e come centrotavola il cestino di vimini pieno di bollette e di rate non pagate.
Una vera e propria adozione a distanza fatta a dei falliti nullafacenti, vittime delle loro stupidità, non a persone sfortunate vittime delle disgrazie.
L’adozione a distanza dei furbetti del web
Con la convinzione di essere dei guerrieri spartani si sentono in diritto di chiedere aiuti economici. In fin dei conti ogni battaglia ha un prezzo. Così in un continuo piagnisteo i furbetti del web chiedono costanti aiuti per ogni cosa. Alcuni lo fanno anche per acquistare strumenti specifici per le loro “ricerche”. Altri invece lo fanno più semplicemente per vivere senza dover per forza lavorare, mantenendosi in questo modo macchine, guardaroba oppure vacanze.

Oltre al denaro, questi personaggi amano essere osannati e ricordati dai propri fan. Tant’è che ogni bonifico che si rispetti è seguito da doverose frasi di ringraziamento e ammirazione per il lavoro svolto. Chi dona però non sa che sta pagando di tasca propria gli errori del suo eroe. Il furbetto a questo punto, dopo l’ennesimo messaggio di stima, si sentirà tutelato. Ed ecco che tra gli effluvi dell’esaltazione e la carità ricevuta per poter tirare avanti ancora un magro giorno gonfierà il petto, appagato.

Alla fine, per dimostrare la loro tenacia, i furbetti del web si prodigano in dirette social di una banalità disarmante. Le fanno con la stessa frenesia di chi sta per essere braccato, dimenticando però che vivono in una democrazia in cui anche la persona più inutile può dire la sua.

Se proprio volete sentirvi utili donate a enti o a onlus le quali realmente salvano vite o si battono per scongiurare fame o malattie. Medici, prelati, infermieri o semplici volontari sono i veri eroi.