Spesso sottovalutiamo le fake news e sovente deridiamo i post, reputandoli innocui. Ma in realtà il pericolo della mala informazione e dei no vax è più grave di quanto crediamo.
Per anni abbiamo sottovalutato il pericolo della mala informazione, di conseguenza abbiamo sminuito i danni che il complottismo avrebbe causato. Un post veniva deriso:
«Dopotutto sono farneticazioni di un minus habens, che male può fare? »
Tutti l’abbiamo pensato almeno una volta, ghignando. A lungo andare però la mala informazione è diventata terreno fertile di odiose negazioni, causando disprezzo e false credenze, generando azioni e comportamenti pericolosi e violenti.

Convinti che le bufale fossero innocue le abbiamo accettate. Credevamo fosse terra battuta, ma in realtà erano sabbie mobili. Tra un «che vuoi che sia» e una perculata 2.0 il complottismo è sfuggito di mano, facendolo diventare un fenomeno sociale. Da un post a una manifestazione in piazza il passo è stato breve, e così la mala informazione ha dilagato con la delicatezza di un incudine. Ha coinvolto persino alcuni scienziati, sino ad arrivare nei bar dei paesi dove il Lucignolo di turno tiene conferenze di virologia, ingegneria e politica internazionale.
Qual è il pericolo della mala informazione?
In questo periodo particolare — in cui un dannato virus ci ha fatto capire quanti imbecilli ci sono nel nostro Paese —, esaltare i propri seguaci è molto rischioso. Queste righe dovreste leggerle voi, cari guru. Voi che negate il coronavirus, diffondendo bufale sulla politica, diffamando studiosi illustri. L’importante è incitare alla rivolta. Attenzione però: il rischio di armare un braccio pronto a “sparare” prima o poi lo troverete.
Tuttavia è anche vero che la colpa non è solo di chi diffonde bufale: chi nutre disprezzo per le leggi, per il senso civico e le usanze sociali non ha bisogno di essere incitato più di tanto. Ma è anche vero che molti incendi scaturiscono quasi sempre da piccole fiammelle. Una sorta di sillogismo di Montaigne: «il salame fa bere, bere mi disseta per cui il salame è dissetante». Ecco perché chi posta in rete accuse in malafede, fake o notizie tendenziose dovrebbe riflettere su quello che ne potrebbe scaturire in seguito.
Odio, astio, violenza e disinformazione. Purtroppo quando l’esaltazione prende il sopravvento, è impossibile fermarla. Non si sa mai chi si istiga postando veleno distillato, e il messaggio che infine viene recepito. Alcuni potrebbero raccogliere gli appelli come delle «chiamate alle armi», su qualsiasi tema. Ergersi paladini di una causa è nobile. Diffondere disinformazione invece, autocelebrandosi salvatori del popolo da oscure minacce sa tanto di sindrome del messia. Un complottismo pay per view, nato allo scopo di fare accedere ai segreti dei potenti i propri seguaci inferociti.
I danni fatti da messaggi sbagliati
Ad aver recepito il messaggio sbagliato, ad esempio, furono degli animalisti che la sera del 24 febbraio 2009 lanciarono delle bottiglie molotov contro lo Zoom Torino. Ne scaturì un incendio che bruciò non solo la struttura, ma perfino ricci e rapaci. Le fiamme per poco non uccisero anche una tigre, per un danno di 800 mila euro.
La strage di Firenze
Nel 2011 invece, in quella che sarà battezzata come la strage di Firenze, l’esaltazione contaminata dalla mala informazione politica vide Gianluca Casseri sparare contro un gruppo di senegalesi. Morirono Samb Modou e Diop Mor. Dopo circa tre ore di fuga, Casseri esplose nuovamente dei colpi dalla sua pistola. Questa volta ferendo gravemente Sougou Mor, mentre un altro ragazzo, sempre senegalese, riuscì a fuggire. Poco prima del suo arresto, anche Casseri si uccise.
Gli auguri di morte a Caterina Simonsen
In pochi si ricorderanno della vicenda di Caterina Simonsens, la giovane veterinaria di Bologna, colpita da 4 malattie genetiche rare. Era febbraio del 2017 quando gli auguri di morte nei suoi confronti arrivarono su Facebook, dopo che la studentessa scrisse un post in cui si diceva favorevole agli esperimenti sugli animali.
Morbillo e novax
Oppure di quel bimbo di soli 10 mesi morto a Catania il 6 aprile del 2018, a causa del morbillo. Ad averglielo attaccato fu la madre, non vaccinata poiché contraria ai vaccini, ennesimo esempio del pericolo del complottismo. A questo episodio rispose anche il prof Burioni, in un twitt.

Stile vegan e malnutrizione
Dai novax al veganesimo, l’esaltazione è sempre identica, tant’è che solo un anno fa un bimbo, figlio di due vegani, fu ricoverato all’ospedale di Nuoro a causa di una grave denutrizione. In questo caso la scelta dei genitori di seguire lo stile vegan, giusto o sbagliato che sia, non doveva ricadere sul loro bambino di due anni.
La bufala del 5G
E che dire delle antenne 4G bruciate ad aprile di quest’anno a Maddaloni, scambiate per antenne 5G? Anche in questo caso la disinformazione ha giocato un brutto scherzo. Non solo perché è provato che il 5G non causa il coronavirus o altre malattie, ma perché alcune aziende e molti cittadini sono stati lasciati senza internet per giorni.
Troppo facile generealizzare un tanto al chilo, catastrofizzare quella che è la semplice e sacrosanta necessità della gente di esprimere il proprio pensiero, necessità e timori e occultare in blocco tutte le malefatte e i crimini che da parte dei potenti si stanno vedendo perpetrare ai danni della gente. Cosa si pretende, che essa stia buona e silente, sottomessa, ossequiente, muta e sorda❓ Articolo decisamente di parte, per niente obiettivo e assolutamente fuorviante‼️
Fare giornalismo è un’altra cosa‼️
Quindi secondo lei prendere una pistola e ammazzare delle persone innocenti è normale.
Incendiare proprietà pubbliche o private è giustificato, in virtù del fatto che le persone, secondo lei, “sono sottomesse”.
La ringraziamo per il consiglio giornalistico Nicoletta.
Grazie per averci letto.
A parte i refusi, grande articolo, di cui qualcuno potrebbe sottovalutare l’importanza. Visto ciò che sta accadendo, potrebbe essere un giorno considerato profetico o almeno indice di qualcuno che ha capito il nocciolo del problema. La deriva che può derivare dal complottismo è pericolosa e non va più sottovalutata.
Vi consiglio di vedere un video che Massimo Polidoro ha fatto ieri in bicicletta. Di solito ha un modo di esporre molto allegro, pacato, invece quella che adesso vedo è una persona molto preoccupata e sfiduciata.
Chi gravità nel mondo del debunking si sta rendendo conto del pericolo e non può più rimanere impassibile.
Gran bel lavoro.
Grazie Paradox per aver colto il messaggio nell’articolo.
QUAL È mannaggia alla pupazza, QUAL È!!! Non QUAL’È 🙂
Grazie per la segnalazione Giacomo.