Programma “Aktion T4”, l’ignobile piano nazista

Il programma di eugenetica Aktion T4 messo in atto dal regime nazista allo scopo di purificare la razza, eliminando i disabili e i malati di mente

Con la frase: «vite indegne di essere vissute», iniziamo questo incredibile racconto. Un progetto di morte curato nei più piccoli dettagli, ben pianificato ed esteso in tutta la Germania nazista. Il programma Aktion T4 era organizzato affinché ogni ufficio fosse distaccato dagli altri. In questa maniera nulla di quell’assurdo progetto sarebbe trapelato ai non addetti ai lavori. Tuttavia, dopo alcune morti sospette, qualcuno iniziò a porsi delle domande.

Non stiamo parlando dell’eliminazione degli ebrei, degli intellettuali, dei gay o dei Rom, ma bensì di quelle persone che «non meritavano di vivere». A questa categoria appartenevano i disabili, gli ammalati gravi, o quelli che più comunemente i medici nazisti classificavano come «idioti». Quello di cui stiamo parlando è un genocidio compiuto da tedeschi verso altri tedeschi, convinti che l’eliminazione dei meno fortunati rafforzasse il Reich. Questo progetto fu talmente segreto che durò sino alla fine del 1945 nel manicomio di Kaufbeuren, situato a pochi isolati dal quartier generale statunitense.

Eugenetica: «l’annientamento degli idioti e dei disabili»

«Eliminazione» era una parola troppo cruda, perfino per i nazisti, così lo chiamarono “programma eutanasia“. Ma facciamo un passo indietro. Siamo agli inizi degli anni Trenta e la politica di igiene razziale ― più comunemente conosciuta come eugenetica ― spopola in tutto il mondo. Bisognava risanare il bilancio, e con meno bocche improduttive da sfamare lo Stato avrebbe risparmiato milioni di marchi. La propaganda razziale non si fermò solo ai manifesti o alle teorie di piazza, ma in pochissimo tempo entrò nelle scuole. Qui di seguito una lezione di eugenetica di terza elementare:

Una singola alcolista nata nel 1810 aveva 890 discendenti nel 1929. Più della metà erano mentalmente ritardati mentre nel rimanente della discendenza c’erano 181 puttane, 142 mendicanti, 76 criminali, e 40 dormono all’albergo dei poveri. Questa donna in un secolo è costata alle case dello Stato 5 milioni di marchi, pagati da gente sana e di valore”.

Inizio del programma AktionT4

il programma aktion t4
Berlino, 1938: dimostrazione di misurazione craniometrica

Fu così che dal 1933 al 1939 in Germania iniziò la sterilizzazione coatta ai danni di quasi 300 mila persone. Dopo alcuni mesi si accorsero che il sistema di sterilizzazione andava a rilento. Per accelerare i tempi Viktor Brack, medico responsabile del programma Aktion T4 (ovvero Tiergartenstrasse 4, indirizzo del quartier generale di Berlino), pensò bene di fare rinchiudere le persone inadatte in strutture apposite, all’interno delle quali iniziò uno sterminio sconosciuto. Si stima che i morti di questo progetto siano circa 250.000, bambini compresi. Gli eugenisti si dissero che i bambini «non adatti» un domani avrebbero procreato, per cui la loro eliminazione avvenne in maniera repentina e subdola.

I ragazzini venivano tolti ai familiari dagli stessi medici di famiglia, persone di fiducia e complici del progetto, i quali li rassicuravano dicendogli che i loro figli sarebbero stati curati con terapie innovative. Per sottoporsi a queste “nuove cure” il bambino doveva essere trasferito nell’ospedale più vicino. Dopo pochi giorni però, con la scusa di un peggioramento, il ragazzino veniva trasferito in una struttura più qualificata in cui avveniva il decesso. La giustificazione più plausibile della morte “improvvisa” era la polmonite, che detta ai genitori dal proprio medico curante non poteva che essere vera.

I centri e i trattamenti

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Alkoven, Austria, 1942: castello di Hartheim

Alcuni dei centri preposti per il programma Aktion T4 furono il castello di Hartheim, Grafenek, Bemburg, Sonnenstein, Hadamar e Brandeburgo sull’Havel, oltre al manicomio di Kaufbeuren. Strutture al di fuori di ogni sospetto. Prima di cremarne i corpi, i cervelli dei bambini venivano studiati e catalogati. Spesso venivano lasciati morire di fame, altre volte invece quando “duravano troppo” gli somministravano delle iniezioni letali.

Ernst Lossa: «verdammter zigeuner»

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Napoli: Museo del Giocattolo dedicato a Ernst Lossa. Carta di riconoscimento di Kaufbeuren

L’ultima vittima nel manicomio di Kaufbeuren fu Ernst Lossa, un ragazzino rom di 14 anni. Rinchiuso nella struttura a causa del suo sangue, considerato «impestato» perché zingaro, Ernst godeva di ottima salute ed era tutt’altro che problematico. In questi centri i bambini sopravvivevano in media nove settimane, ma Ernst resistette un anno. Diventò un problema perché i dottori e molte suore si affezionarono a lui, e benché fosse “moralmente inferiore” era simpatico. Per “trattarlo” chiamarono dal reparto donne Pauline Knaister: una suora con lunga esperienza al fronte, la quale gli somministrò due iniezioni di morfina e una di scopolamina, sicura del fatto che il ragazzino non sarebbe sopravvissuto. Quando gli americani entrarono a Kaufbeuren per arrestare medici e suore, Pauline Knaister disse: «perché mi arrestate, che ho fatto di male?»

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