Secondo i complottisti la prova del coinvolgimento di Israele nell’esplosione sarebbe la foto di Netanyahu che mostra una mappa di Beirut.
Se c’è un disastro, qualunque esso sia, anche se le dinamiche non sono ancora chiarite, la colpa comunque ricade sempre su Israele. O meglio: sugli ebrei! Ovvio. Perché sforzarsi di cercare altre motivazioni quando il piatto dell’odio è già servito? E così, senza troppi sforzi, la tesi complottista più accreditata dagli esperti di tecniche di guerra del web sarebbe la foto di Netanyahu con in mano una mappa di Beirut.

In effetti questo nella foto è proprio Netanyahu, il Primo ministro israeliano, e quella che tiene in mano è la mappa di Beirut. Per cui «è tutto vero», si saranno detti in molti, vedendo i vari site sulla cartina. In realtà, la foto non è stata ritoccata. Bensì è quella che Netanyahau mostrò alle Nazioni Unite, nel settembre del 2018.
Ma allora Netanyahu cosa indicava?
In quell’occasione denunciò le fabbriche e i depositi di Hezbollah, in possesso di missili di precisione. Ovvero: non era Netanyahu che mostrava dove Israele avrebbe colpito con precisione, bensì l’esatto opposto, mostrando il luogo in cui erano situate le postazioni del gruppo terroristico, ospitate in Libano.

Se si nota bene però si vede che il dito del premier israeliano indica l’aeroporto, e non il porto in cui è avvenuta l’esplosione. Anzi, per essere più precisi il porto è a 12 chilometri più a nord dell’aeroporto internazionale Rafic-Hariri, come si può vedere in questa immagine presa da Google Maps.
I tre siti che indica Netanyahu sulla mappa (nella foto) sono: il primo sotto un campo da calcio di una squadra sponsorizzata proprio da Hezbollah, il secondo in una zona poco più a nord dell’aeroporto e il terzo sotto il porticciolo di Beirut.
Sui siti cospirazionisti però è bastata la foto con la scritta “Beirut – precision guided missile” per far pensare che il primo ministro stesse indicando al mondo, dove Israele avrebbe colpito con “intelligenza”. In effetti chi ha un piano segreto da attuare lo espone prima all’ONU e dopo due anni lo mette in pratica. Tempismo e strategia perfetta.

Al momento le esatte dinamiche che hanno provocato l’esplosione al porto di Beirut sono ancora al vaglio degli inquirenti, e di certo ci vorrà del tempo prima di sapere come sono realmente andate le cose. Spargere odio in questa maniera ci ricorda molto la propaganda antisemita di quella Germania intollerante ai diversi. Una mala informazione molto pericolosa, dopo una tragedia simile. Ma si sa, l’idiozia complottista in certi frangenti non ha confini.
Fino a quando siete comandati da un ebreo non potete vedere le vere notizie liberatevi di quel parassita. Isdraele ha bombardato il libano! dite la verita!
Cosa volete che siano per i complottari dodici chilometri in più o in meno?