La storia romanzata di Fleming e Churchill

Un racconto umano, ricco di speranza e solidarietà tra Fleming e Churchill, due uomini diventati protagonisti della storia. Peccato che nulla di tutto ciò sia mai avvenuto

Un messaggio positivo

Fleming e Churchill
A sinistra: sir Alexander Fleming (1881 – 1955)
A destra: sir Winston Leonard Churchill  (1874 – 1965)

La storia di Fleming e Churchill è come il grigio: sta bene con tutto. La si può raccontare ai propri figli, elargendo stille di saggezza, oppure la si può utilizzare ad una cena di lavoro come deterrente alle leccate di piedi del ruffiano dell’ufficio. È talmente avvincente e pregna di speranze che ne fecero addirittura tre, o forse quattro, cercando di far combaciare l’età del primo (7 anni più giovane) con quella del secondo, che stando al periodo del racconto avrebbe avuto 13 anni mentre Fleming 6. Malgrado ciò anche giornalisti di spessore scrissero questa avventura, lanciando un messaggio allusivo e innocuo.

Il racconto di Fleming e Churchill

La storia, o almeno una tra quelle più raccontate, è questa: Si chiamava Fleming ed era un povero contadino scozzese. Un giorno, mentre stava lavorando, sentì un grido d’aiuto venire da una palude vicina. Immediatamente lasciò i propri attrezzi e corse alla palude. Lì, bloccato fino alla cintola nella melma nerastra, c’era un ragazzino terrorizzato che urlava e cercava di liberarsi. Il fattore Fleming salvò il ragazzo da quella che avrebbe potuto essere una morte lenta e orribile… Il giorno dopo una bella carrozza attraversò i miseri campi dello scozzese; ne scese un gentiluomo elegantemente vestito che si presentò come il padre del ragazzo che Fleming aveva salvato: “Vorrei ripagarvi” gli disse il gentiluomo, “avete salvato la vita di mio figlio”. “Non posso accettare un pagamento per quello che ho fatto” replicò il contadino scozzese rifiutando l’offerta.

In quel momento il figlio del contadino si affacciò alla porta della loro casupola. “È vostro figlio?” chiese il gentiluomo. “Sì” rispose il padre orgoglioso.” “Vi propongo un patto: lasciate che provveda a dargli lo stesso livello di educazione che avrà mio figlio. Se il ragazzo somiglia al padre, non c’è dubbio che diventerà un uomo di cui entrambi saremo orgogliosi” E così accadde. Il figlio del fattore Fleming frequentò le migliori scuole dell’epoca, si laureò presso la scuola medica dell’ospedale St. Mary di Londra e diventò celebre nel mondo come sir Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina. Anni dopo, lo stesso figlio del gentiluomo che era stato salvato dalla palude si ammalò di polmonite. Questa volta fu la penicillina a salvare la sua vita. Il nome del gentiluomo era lord Randolph Churchill e quello di suo figlio sir Winston Churchill.

Ma cosa c’è di vero?

Nulla! La storia come detto prima non è mai avvenuta purtroppo, per cui non è vera. È solo un messaggio di come le cose potrebbero cambiare se ci aiutassimo a vicenda. Un bel fiore portato all’occhiello con una morale nobile che esalta la parte migliore dell’uomo. Non si sa nemmeno il nome di chi inventò questa leggenda metropolitana, e forse la concepì con l’intento di farci capire che «se salvi una vita potresti salvarne molte altre», dal momento che Fleming rallentò le infezioni mentre Churchill rallentò Hitler ed entrambi, in qualche modo, contribuirono a salvare più vite possibili. Le uniche due cose vere sono che Fleming scoprì la penicillina mentre Churchill si ammalò di polmonite, ma nemmeno in questo caso i due si incontrarono.

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