La morte di papa Luciani: assassinato dai cardinali o morto per un malore? Un mistero che dura da più di 40 anni
I primati e le riforme

Ci sono morti e morti, tuttavia alcune affascinano più di altre e inevitabilmente danno vita alle illazioni più disparate. Con la morte di un papa, ad esempio, scompare un direttore spirituale, una figura amata da centinaia di milioni di fedeli in tutto il mondo. È ovvio che le domande che i credenti si porranno saranno pregne di dubbi, ma in questo caso senza risposta. La morte di Papa Giovanni Paolo I ― al secolo Albino Luciani ―, ha scaturito molte ipotesi sulla sua morte e del perché sia avvenuta. Ad alimentare l’idea di cospirazione non fu solo la prematura dipartita; anche i suoi rinnovamenti diventarono oggetto di fantasie, che a detta di alcuni «avrebbero rivelato degli scomodi “segreti”».
Per questo motivo qualcuno lo avrebbe assassinato. In effetti Papa Luciani vanta dei primati singolari, anche se alcune delle sue riforme si possono definire alquanto pittoresche. Una tra tutte fu la scelta del nome doppio, mai avvenuto in duemila anni di storia della Chiesa. Oltretutto mise perfino l’ordinale (I), benché nessuno prima di lui avesse usato il suo nome pontificale, quindi superfluo. Fu anche il primo papa a cui conferirono un’abbreviazione del nome, chiamandolo amichevolmente “Giovanpaolo”. Abrogò il plurale maiestatis. Fu anche il primo che chiese di parlare alla folla dopo la sua elezione, ma per ferrea tradizione gli vietarono tassativamente questa volontà.
Non volle nemmeno essere incoronato e si rifiutò di usare la sedia gestatoria ― sedia della quale poi si servirà per vedere meglio i fedeli e benedirli sino a fondo piazza ―. Anche il suo insediamento di soli 33 giorni fu un record, un tempo talmente esiguo che non riuscirono nemmeno a forgiargli l’anello del Pescatore. Probabilmente furono queste singolarità a far nascere il mito del papa giusto.
Come nasce l’idea dell’assassinio?
Ad innescare la miccia della cospirazione fu il giornalista investigativo David Yallop, il quale sei anni dopo la morte del pontefice pubblicò il libro “In nome di Dio” (diventato un best seller). L’autore ipotizzò un omicidio a sfondo politico, voluto da alcuni cardinali del tutto contrari alle riforme programmata da papa Luciani. Lo spunto per teorizzare un eventuale assassinio fu semplice, visto che il pontefice tra i suoi progetti prevedeva anche il riordino dello IOR (l’Istituto delle Opere religiose).
All’epoca l’istituto era gestito dal cardinale Paul Marcinkus, quest’ultimo accusato dello scandalo del Banco Ambrosiano e sospettato della morte di papa Giovanni Paolo I. Come se non bastasse papa Luciani varò addirittura una dottrina sulla contraccezione, vista da quasi tutto il mondo ecclesiastico come una blasfemia. Yallop tuttavia non fu il solo a ipotizzarne la morte del pontefice. Alcuni mesi dopo la pubblicazione del suo libro, Vincenzo Calcara, collaboratore di giustizia di Cosa Nostra, alimentò questa tesi benché privo di qualsiasi prova o di riscontri oggettivi.
La morte di papa Luciani: cause del decesso

salma di papa Luciani
La morte di papa Luciani fece nascere diverse congetture, poiché l’autopsia non fu eseguita visto che il protocollo cardinalizio non «consigliava» tale prassi per il santo padre. Eppure nel 1816 fu praticata sul cadavere di Pio VIII. Due dei tre medici incaricati di valutare se procedere per un’eventuale autopsia ― evitando che un possibile scandalo si scagliasse contro la Santa Sede, perdendo credibilità tra i fedeli ―, dissero che la morte sopraggiunse per un infarto.
Il terzo medico, invece, non concordando pienamente con i suoi due colleghi si disse perplesso. Questa vicenda è da considerarsi una storia grigia del nostro Paese, come lo sono state molte altre storie più o meno avvincenti. Che i complotti esistano quando vi sono dei tornaconti e dei segreti illegali da preservare è una certezza, ma come tutti i complotti che si rispettino sono conosciuti da tre persone: il mandante, l’esecutore e la vittima. Affermare che il papa sia deceduto di morte naturale è una superbia da sciocchi, come lo è l’irragionevole convinzione che sia stato avvelenato visto che dopo la sua mummificazione nessuna autopsia potrà mai verificarlo.