Quando alcuni sentono parlare del Fondo delle Nazioni Unite pensano che si speculi su poveri bambini. Ma le convinzioni di alcuni sono realtà, oppure sono solo bufale quelle sull’UNICEF?
Chissà perché ogni volta che si pensa a un’organizzazione non governativa, alcuni di noi sono assaliti da dubbi etici e morali. Probabilmente fa parte dei nostri bias. Tuttavia la maggior parte di chi critica le onlus o le ong, spesso non sa nemmeno quale sia il meccanismo al loro interno. E con tutta probabilità non conoscono i progetti e l’etica di un associazione. Ecco perché si arriva a conclusioni affrettate, che il più delle volte diventano bufale: in questo caso sull’UNICEF.
Cos’è l’UNICEF?

La domanda può sembrare scontata e ovvia, ma molti probabilmente non sanno che l’UNICEF (acronimo di United Nations International Children’s Emergency Fund) è l’organo sussidiario dell’ONU. Lo scopo del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia è di tutelare e promuovere i diritti di tutti i bambini e ragazzi — dagli 0 sino ai 18 anni — in tutto il mondo, contribuendo al miglioramento delle loro condizioni di vita.
La sede è a New York. Si occupa di assistenza umanitaria in circa 190 Stati. Oltre ai bambini, L’UNICEF si occupa delle madri di questi, soprattutto nei Paesi più poveri del pianeta. Il Fondo è finanziato grazie ai contributi volontari di alcuni Paesi, da alcuni Governi oppure da privati. In virtù di questo impegno, nel 1965 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace. Nel 2006 ha ricevuto anche il riconoscimento dal Premio Principessa delle Asturie per la concordia.
Perché sono nate le bufale sull’UNICEF?

Le bufale nascono quasi certamente per capziosità, distorcendo volutamente gli obiettivi e la mission dell’UNICEF. Il motivo si può facilmente presumere: “Se fa parte dell’ONU sicuramente c’è qualcosa di losco, sotto sotto”. Così i messaggi — non solo sui social ma anche in real — poco alla volta sono diventati virali, trasformando il Fondo delle Nazioni Unite in un ammasso di «magna-magna», attribuendogli uno sperpero di denaro solo per abbellirsi la facciata, spendendo i ricavati in stipendi faraonici e ville a discapito di poveri benefattori.

Per farla breve: i vertici del Fondo sono accusati di «non spendere un soldo per i bambini». Alcuni fervidi “patrioti” addirittura sostengono che UNICEF italia non spenda nulla per i bambini italiani, ma che le donazioni ricevute nel nostro Paese sono sperperate per i vizi dei funzionari. Accusa non solo ingiusta, ma perfino grave.
Le bufale sull’UNICEF:
1) Hanno stipendi da nababbi, mentre i bambini muoiono di fame
Anche in questo caso, informarsi prima di diffondere una mala informazione tendenziosa e infetta non farebbe male. Oltretutto si eviterà di peccare di ignoranza. Per quelli che credono che gli stipendi dei dipendenti sono di svariate migliaia di euro al mese, per non fare niente, va detto che i salari di UNICEF Italia sono inquadrati nel Contratto del terziario, ovvero guadagnano poco più dei commessi nei negozi (vedi retribuzioni)
2) Spendono quasi tutti i soldi delle donazioni per gli stipendi dei dipendenti
Innanzitutto bisognerebbe sapere quanti sono i dipendenti dell’UNICEF Italia, prima di trarre conclusioni prive di fondamento. Chi ha coniato questa fesseria probabilmente non lo sa. Bene, glielo diciamo noi: sono 145, fra cui 4 dirigenti, 15 quadri e 16 collaboratori (vedi staff). I loro stipendi sono all’incirca 11% del bilancio del Fondo. Per quanto riguarda i dialogatori, non percepiscono stipendio ma provvigioni.
3) Non spende soldi per i bambini italiani
Gli ideatori di questa bufala non sono solo malinformati, ma sono in cattiva fede. Se si fossero presi la briga di indagare sui lavori svolti, avrebbero scoperto che l’UNICEF da moltissimi anni ha programmi educativi e informativi in migliaia di scuole e università italiane. Inoltre è presente in altrettanti ospedali (vedi progetti). Basta essere nati in Italia.
4) Non spende un centesimo per i bambini migranti
Anche qui la faziosità di alcuni tende ad accusare chi almeno ci prova ad aiutare il prossimo. Se qualcuno avesse guardato un po’ più in la delle proprie convinzioni avrebbe visto che dal 2016 l’UNICEF ha aperto un nuovo programma dal nome One UNICEF Response. Tale programma si prefigge l’obiettivo di proteggere e includere socialmente i minorenni migranti che sbarcano in Italia, con un accordo di collaborazione con il Governo italiano.
5) Hanno ville di proprietà pagate con i soldi dei benefattori
Per essere chiari non c’è nessuna villa, bensì una palazzina di 4 piani in centro a Roma (vedi info). Sacrilegio? No, espediente finanziario! Per non pagare migliaia di euro al mese di affitto l’UNICEF ha comprato lo stabile con un fondo apposito, usato anche in tutti gli altri Paesi per questi progetti. Le sue sale meeting, tuttavia, sono a disposizione anche ad altre onlus; basta prenotarle.
6) Viaggiano su lussuose auto

Se si reputa lussuosa una Cinquecento (unica auto di servizio per il comitato italiano UNICEF Italia) donata nel 2016 da FCA, si ha una cognizione deviata della comodità e del lusso.
Oltretutto i detrattori UNICEF non sanno che questa è una tra le poche organizzazioni non governative a rendere pubblico il bilancio (vedi bilancio integrale). Chissà perché si ha sempre la tendenza a criticare chi si prodiga nel sociale, quando di non sociale è la critica stessa. Alcuni sono convinti che un medico, uno scienziato o un semplice dialogatore i quali lavorano per una «giusta causa» non debbano essere pagati. Ciò comporta uno scandalo. Ma… perché.

Accusare chi opera nel sociale, senza uno straccio di prova, è infamante oltre che illegale. Invece di pubblicare foto con bimbi che piangono sarebbe il caso che i calunniatori li vedessero dal vivo. Magari diventare volontari UNICEF per un mese, giusto per vedere come funzionano le cose.