Mistero a metà: gli incendi a Canneto di Caronia

Oltre 300 incendi domestici si verificarono a Canneto di Caronia, il quale tutt’oggi rimane un mistero risolto solo a metà

Una breve premessa.

Nel dicembre del 2019 è iniziato il processo relativo ai fatti di cronaca che hanno visto protagonisti due imputati, padre e figlio. I fatti riguardano gli episodi incendiari occorsi nell’estate del 2014, nella piccola frazione del paese siciliano. Un mistero risolto solo a metà, quello degli incendi a Canneto di Caronia.

Art di Yuri Cordero

Ricondurre e attribuire la responsabilità di tutti gli incendi domestici e di altri fenomeni registrati a questi due soli individui, resta però alquanto azzardato. A meno che non si voglia insinuare la complicità di una buona fetta di popolazione della piccola frazione in provincia di Messina, che conta circa 200 abitanti.

Furono molteplici gli incendi per il mistero di Canneto di Caronia

Mistero a metà: gli incendi a Canneto di Caronia
Canneto di Caronia, interno di un’abitazione

Nel corso del 2004, infatti, si sono verificati oltre 300 episodi. Molti dei quali sono documentati con dovizia di particolari e contestualizzati per la maggior parte in ambienti privati. Mentre alcuni sono stati denunciati addirittura dalle stesse autorità.

«Tutti gli  episodi  (del 2014 ndr), hanno avuto verosimilmente lo scopo di far crescere il livello d’attenzione mediatica ed istituzionale sui fatti. Su ciò si è innestata – come è stato dimostrato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali – un’azione congiunta di padre e figlio. Le azioni non erano fini a se stesse ma orientate a far credere – su loro esplicito suggerimento – che quelli fossero inspiegabili fenomeni di autocombustione, prospettando una ripresa degli anomali fenomeni incendiari e di presunto elettromagnetismo verificatisi nel 2004 nella frazione».

Dal sito Strettoweb del 2015

Estate 2004, le ricerche e i successivi sviluppi

È proprio a partire dall’estate di quell’anno — e nei 4 seguenti — che alcuni degli episodi occorsi a Canneto di Caronia restano “fumosi”. La vicenda degli incendi spontanei ebbe notevole risalto. Non solo sulla stampa locale e nazionale, ma anche su quella estera. Rimbalzò un po’ ovunque.

L’eco di quanto stava accadendo raggiunse anche le Istituzioni, che furono necessariamente coinvolte per indagare il curioso fenomeno degli incendi. Tanto fu il clamore, ma soprattutto il disagio per i cittadini. Il sindaco di Caronia dichiarò addirittura lo stato di emergenza sul proprio territorio.

Venne quindi creato un gruppo inter-istituzionale dall’ora Presidenza del Consiglio. Un gruppo di studio ad hoc, guidato da Francesco Mantegna Venerando. All’epoca già coordinatore della Protezione civile siciliana e presidente del Comitato Istituzionale di Coordinamento del Sistema di Sorveglianza Sismica e Vulcanologica della Regione Sicilia.

Telefonino ricaricato e impianto elettrico fuso

Il team in questione vedeva coinvolti tecnici dell’Arma dei Carabinieri, dell’Aeronautica e della Marina Militare attraverso il C.I.S.A.M. In quanto furono registrati e denunciati anche numerosi fenomeni di natura sconosciuta, da parte della popolazione locale. In ultimo anche un ricercatore della NASA di cui però non furono dichiarate le generalità.

Le indagini si protrassero per oltre 24 mesi, durante i quali vennero annotati anche dei casi molto singolari. Ad esempio quello avvenuto alla fine del gennaio 2007, quando la batteria di un telefono cellulare si ricaricò misteriosamente da sola, senza essere collegata alla presa di corrente. Sempre nello stesso mese, l’impianto elettrico di un’imbarcazione in secca venne ritrovato completamente fuso, mentre il resto del natante risultava integro.

Il gruppo interdisciplinare, al termine delle ricerche, giunse a conclusioni quanto meno sorprendenti. Comunque restano parzialmente frutto di speculazioni, in quanto il rapporto consegnato a Palazzo Chigi era riservato. Per quanto dichiarato ai media, il messaggio era, in estrema sintesi, il seguente:

il territorio di Canneto di Caronia (ME) è oggetto di fenomeni elettromagnetici di origine artificiale da parte di una fonte sconosciuta.

Parziali conclusioni

Bollare tutta la vicenda come una truffa perpetrata da una parte consistente della cittadinanza di Canneto, al solo fine di ottenere degli aiuti economici, risulta piuttosto difficile da credere. Durante la stagione degli incendi molti abitanti cambiarono o ripararono più volte gli oggetti che subivano danneggiamenti a proprie spese. Lo stesso CICAP nella sua analisi d’indagine prende in considerazione i casi che possono esser fatti risalire ai due imputati.

È bene comunque ribadire che secondo le indagini su tutti gli incendi avvenuti nella località siciliana, ne hanno stabilito un’origine dolosa. Ciò non toglie che alcuni frangenti restano “fumosi”. Oltretutto gli imputati continuano a negare la responsabilità di molti dei casi di cui vengono accusati. Specie negli anni precedenti il 2014. Qualunque sia la verità giudiziaria che verrà decretata, rimangono da chiarire le motivazioni che hanno portato le autorità a occuparsi del caso.

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