Rosanna Spatari: «Sarò la delegata del popolo no vax al governo»

Rosanna Spatari, la pasticcera di Chivasso, durante il Primo Festival di Resistenza Costituzionale si è autocelebrata rappresentare no vax al governo. Prima detestati ma adesso ambiti, sono in molti a volere gli scranni

La notizia di Rosanna Spatari proclamatasi rappresentante no vax al governo non fa stupore. È storia. Quei detestati scranni occupati da politici «tiranni» e «incompetenti» — come ha sempre dichiarato la signora Spatari — fanno gola a tutti. Compresa lei. Sono proprio i mediocri a pretenderli, convinti che basti varcare il transatlantico di Montecitorio per migliorare il Paese. Persone che sino a due anni fa vivevano tra luoghi comuni, bestemmie e invidia sociale.

Ma grazie ai social e all’attenzioni di qualche tv locale questi contestatori in cerca di fama, tutelati da uno Stato di diritto, hanno potuto dire la loro. Come ha fatto la signora Spatari. Lei, la pasticcera dal «vaffa» facile. La paladina di quella terra di mezzo in cui crescono solo erbacce grame nemmeno buone per la frittata. Così tra una minzione in strada tra gli applausi e il disagio di spettatori rancorosi e un articolo costituzionale citato ad mentula canis, Rosanna Spatari si è proclamata delegata dei no vax al governo.

Rosanna Spatari, eroina no vax al governo

rosanna spatari governo
Rosanna Spatari protesta contro le forze dell’ordine,
fuori dalla sua pasticceria di Chivasso

La notizia dell’autocelebrazione di eroina no vax al governo l’ha annunciata la stessa Spatari. Lo ha fatto sul palco, a Torino, domenica 10 luglio, durante il Primo Festival di Resistenza Costituzionale. Un titolo che riempie la bocca ma non sa di nulla, come le gallette di riso. Una kermesse faziosa, degna di una setta. Un festival in cui la fame di notorietà di attori dimenticati è andata sottobraccio con la frustrazione di medici radiati. Un incontro tra l’inettitudine di politici ribelli pagati con soldi pubblici e l’impavidità di avvocati che querelano paesi inesistenti.

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Un mattatoio a cielo aperto, dove ad essere scannate in pubblica piazza sono state la scienza, la politica e la sagacia. La sua voce però, quella di Rosanna Spatari che si autocelebrava protettrice no vax al governo, ha sconvolto l’aria (video). Lei, la “leonessa di Chivasso”, con l’arroganza di chi non conosce i propri limiti si è definita una guerriera che lotta per i diritti di tutti, bambini inclusi.

Rosanna Spatari: «A Roma non ci cagano. Io sono il partito non partito».

Il suo pubblico era lì, desideroso di sentire parole come «dittatura», «Costituzione» e «libertà». Con frasi fatte, copiate nel banco affianco, Rosanna Spatari ancheggia nello stesso modo di Ninì Tirabusciò pochi secondi prima della mossa. È fiera di se stessa, come chi ce l’ha fatta ad emergere dalla mediocrità. Da quanto dice, mira ad un’azione popolare. Una raccolta di 15 mila firme.

Fa anche capire che chi non vuole aderire al suo progetto non salverà il Paese dai soprusi dei politici. Discorsi triti e ritriti che finiscono direttamente nel secchiello dell’umido. «A Roma non ci cagano, serve una delegazione — dice la Spatari, con voce ferma ma sguaiata. Io sono il partito non partito!».

Infine, racimolando brandelli di compiacimento dal suo popolo desideroso di giustizia, afferma che dopo aver sganciato la bomba si ritirerà. Forse andrà a vivere in montagna oppure sparirà in un’isola, poiché essendo una donna libera rappresenta se stessa (?).

L’autocelebrazione

Per come la vediamo noi, la signora Rosanna non è né una “leonessa” né tanto meno un’eroina. È una come molte. Anzi, con tutta probabilità è molto meno eroica di quelle milioni di donne, mamme e mogli, che ogni giorno si alzano per andare a lavorare. Donne che non hanno bisogno di un palco per dimostrare il loro valore, tra sacrifici e impegni.

La signora Rosanna è solo l’ennesima vittima di se stessa. E sarà proprio quel deleterio mix fatto di presunzione e scarsa conoscenza del politichese a ridicolizzarla nei palazzi del potere da lei tanto odiati. Gli stessi palazzi che adesso sembrano attirarla. È un’esperienza che abbiamo già vissuto grazie ad un comico, convinto che con un manipolo di incompetenti al mestiere di governante si potesse aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno.

La notorietà piace a tutti, in fin dei conti. Ma piace ancor di più a chi predica da pulpiti traboccanti di propaganda fai da te, rivolgendosi ad un pubblico ammaestrato all’ovvietà. La signora Spatari, ne siamo certi, sarà l’ennesima voce in quell’immenso coro promotore di inutili rivolte contro il niente. Forse avranno pure un costo le sue performance da lottatrice. Comunque vada, la signora Rosanna Spatari — costituzionalista per hobby e diva di professione —, ci dimostrerà che l’ennesimo sfoggio di invidia sociale ci farà ancora una volta perdere del tempo.

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