SOS api: ecco cosa si sa di questa emergenza e i progetti per salvaguardare questi insetti
Tra il 2021 e il 2022 è stato registrato un terribile fenomeno di spopolamento degli alveari. Ma cosa ha provocato tale spopolamento? Quali sono le iniziative per salvare le api?
Le cause dello spopolamento degli alveari
Le api sono importanti in quanto impollinano il 70 % delle specie vegetali presenti sul pianeta, e se scomparissero non mancherebbe solo il miele, ma anche la maggior parte degli ortaggi e della frutta presente sul pianeta.
Delle stime registrate da Greenpeace Italia, su questo fronte, sono a dir poco allarmanti: tra il 2021 e il 2022, nella sola Lombardia, sono circa 650 gli alveari che si sono spopolati e più di 12 milioni di api sono scomparse nel nulla. Sembra che ciò sia dovuto all’uso di pesticidi, per l’agricoltura intensiva. Infatti, in Lombardia sono stati usati sulle colture intensive di mais, destinate ai mangimi per gli allevamenti intensivi, e i diserbanti usati sono finiti anche nei campi circostanti, dove le api vanno alla ricerca del polline.
Quello dell’uso dei pesticidi è solo uno dei motivi per cui le api sono in pericolo di estinzione: tra gli altri si possono trovare i cambiamenti climatici e l’aumento dell’inquinamento, nonché la distruzione degli habitat delle api e la diffusione di agenti patogeni e specie di insetti invasive.
I progetti e i rimedi
Per salvaguardare le api (e chi le alleva) l’Unione Europea ha promosso la Strategia per la Biodiversità 2030, che prevede, entro il suddetto anno, di ridurre il consumo del terreno e il degrado degli habitat delle api che impollinano le piante, di aumentare la superficie coltivata ma con metodo sostenibili e rispettosi della biodiversità e dell’ambiente, diminuire l’uso dei pesticidi del 50 % e favorire il mantenimento di specie vegetali selvatiche, sia nell’ambito urbano che agricolo.
Tra gli altri progetti, non si può non citare il “Salviamo le api!” promosso da Greenpeace, che prevede tre modi di parteciparvi, ossia:
- firmare una petizione, per chiedere al Governo Italiano e alla Commissione Europea di mettere al bando, in maniera definitiva, pesticidi dannosi per le api (e probabilmente anche per altre specie di insetti e animali), ed aumentare i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di pratiche agricole ecologiche;
- effettuare donazioni, in quanto Greenpeace continua ad elaborare dossier con scienziati ed agricoltori per continuare a fare pressioni sulle autorità;
- piantare dei semi, e sul suo sito ufficiale Greenpeace fornisce un elenco di fiori da piantare che forniscono nutrimento alle api, come la calendula, il cumino, il timo, il rosmarino, il girasole o la lavanda.
Anche il WWF non poteva mancare all’appello, con la sua iniziativa Bee Safe, nata per indurre alle autorità europee ed italiane l’abolizione di pesticidi dannosi per gli animali, api incluse, e qui in Italia tale progetto è partito dalle Marche (per la precisione da Ancona), nel 2019.