Telegram e antisemitismo, il nazismo a portata di click

Telegram, il social dove l’antisemitismo e il suprematismo bianco sono di casa. I canali dell’odio non sempre vengono chiusi. «Uccido ebrei» o «negri bastardi» è solo la punta dell’iceberg del gergo nazifascista, tra disagio e frustrazione

Con questo articolo vogliamo onorare tutti i soldati morti durante lo sbarco in Normandia per liberarci dalla minaccia nazifascista. Sappiamo bene che un “Orsini” qualunque adesso commenterà, dandoci dei comunisti filo atlantisti ignoranti di geopolitica. Tuttavia con un «ca va sans dire» accetteremo ogni lezione di storia.

Telegram è di sicuro uno tra i peggiori social del web. Una pattumiera virtuale in cui il disagio prende forma tra squallidi insulti, revisionismi da bocciofila, razzismo spicciolo e antisemitismo preconfezionato: ecco cosa c’è su Telegram. Un mattatoio in cui la cultura, il buongusto e l’intelligenza vengono scannati e infine messi a scolare tra un thread e l’altro. Un social in cui tutto è concesso. Una zona grigia senza controllori ne controllati.

Un chiaro esempio di come la famiglia, la scuola e in buona parte la società abbiano fallito per certi versi. Un vilipendio alla democrazia, abusata dagli stessi utenti che inneggiano (su un social) a dittatori e alle loro leggi razziali, tra coprifuoco, stenti e fucilazioni. Una cloaca 2.0, questo è Telegram. Un porto franco in cui l’odio descolarizzato ci fa comprendere la pochezza del fanatico. Un baratto tra bestemmie e fallimenti, tra evidenti frustrazioni in cambio di un livore antico.

Eppure è sotto gli occhi di ognuno di noi, forze dell’ordine comprese, ma per le regole di un’alchimia legale tra un Paese e l’altro chiudere i canali diventa parecchio complicato. Oltre all’antisemitismo, su Telegram si trovano canali pedopornografici con oltre 53mila iscritti oppure canali dipreisti in cui addirittura vengono postate foto di rapporti sessuali o incitamento all’uso di droghe ― non pubblichiamo appositamente nessun link di questo schifo. Un po’ di tempo fa, per lo stesso motivo, scrivemmo anche per il social VK.

Suprematisti bianchi

Simbolismo “bianco, quello dei Proud Boys

Tra i gruppi più famosi di ultra estrema destra, ad esempio, c’era quello dei The base: un’allegra combriccola di chiara matrice neonazista. Dopo i numerosi ban da quasi tutti i social il gruppo che ha fatto dell’antisemitismo la sua fede era approdato su Telegram. Solo grazie agli arresti avvenuti nel 2020 tra le loro fila se il canale ha chiuso. La chiusura tuttavia era stata obbligatoria non tanto per lo scandalo, ma a causa degli arresti nei confronti degli amministratori del gruppo finiti in manette. I Proud Boys invece, altro gruppo suprematista bianco ― tra i gruppi che assaltarono il Campidoglio il 6 gennaio 2021, giusto per capirci ― sono tuttora presenti su Telegram con molti canali. Inutile che vi diciamo il contenuto delle loro chat.

Telegram e i nazi di mammà

Ed eccoci arrivati al momento di lavare i panni sporchi in casa nostra. Scrivere senza insultare un nazifascista del soffritto è difficile: ci limiteremo a descriverne le gesta. Malgrado ciò serve un notevole sforzo per surfare su questo mare di escrementi, in cui la cosa più umana sono gli errori grammaticali. In questi canali il degrado sociale è talmente marcato da far sembrare ogni cosa artefatta come un viaggio nell’idiocy village.

Tuttavia l’unica prova che ci fornisce la garanzia di avere a che fare con degli esseri dotati di arti sono il livore del perdente: chiara frustrazione umana. Un odio rancido come il fetore delle patate guaste si stampa sui commenti privi di ricerche e di sapere. Pascoli di bestiame senza meta, chiusi in recinti virtuali, scrivono i loro pensieri senza capirne il motivo mentre la scossa del filo di contenimento li ammansisce.

Ricordare a questa marmaglia 2.0 che la loro libertà nello scrivere queste idiozie è dovuta alla democrazia ci fa solo perdere tempo. Ricordare che probabilmente molti di questi odiatori seriali non sarebbero rientrati nel programma della superba “razza ariana”, ci rende complici di idiozia. Ciò che vogliamo denunciare non sono gli analfabeti (non solo funzionali) ma il social, il quale sembra non importargliene nulla del degrado che da tempo ha spopolato su Telegram, tra antisemitismo, odio per lo straniero e quel detestabile: “non ho nulla contro i gay, però…” Ci limitiamo ad osservare schifati questo abuso, sicuri del fatto che prima o poi un “Orsini” qualunque ci venga a dire che il nazismo ha fatto cose buone ma noi non abbiamo la cultura e la preparazione per accettarle.

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