Yevgeny Prigozhin, ecco chi è il “cuoco di Putin”

Yevgeny Prigozhin è lo chef della propaganda russa. Talmente vicino al presidente da essere soprannominato “cuoco di Putin”. Accusato di aver interferito con le elezioni presidenziali USA nel 2016, ha contatti con i servizi di intelligence GRU e con il gruppo Wagner. Nel 1981 fu arrestato per rapina e sfruttamento della prostituzione

Yevgeny Prigozhin, professione cuoco. Almeno è quello che traspare dal suo curriculum pubblico, di facile lettura per tutti. In realtà lo chef è invischiato tra pericolosi mercenari e misteriose aziende, arrivando ad avere contatti perfino con i servizi segreti.

Attualmente — sempre secondo il suo curriculum — il signor Prigozhin è proprietario di una catena di ristoranti di tutto rispetto. Forse proprio per questo motivo è stato scelto per la preparazione di cene presidenziali in cui erano presenti personaggi di spicco della politica mondiale.

Tuttavia la sua specialità, oltre al borsch di barbabietola con carne e panna acida, è la propaganda. Un vero professionista della disinformazione gestita dal palazzo e celata nel sottobosco del silenzio, tra cospirazioni oltre confine, morti misteriose e massacri spacciati per missioni.

Yevgeny Prigozhin
Evgenij Prigozin con il presidente russo Vladimir Putin

Benché il suo curriculum dica che sia un cuoco, Yevgeny Prigozhin è conosciuto in tutto il mondo come imprenditore. Forse perché da semplice venditore di panini nelle bancarelle di San Pietroburgo è diventato l’oligarca indiscusso della ristorazione. Ci viene però difficile credere che i suoi panini fossero talmente buoni da venderne migliaia al giorno con guadagni da capogiro, trasformandolo da semplice “paninaro” a miliardario.

Eppure, dopo aver venduto panini, aperto ristoranti — tra cui uno galleggiante — e creato un’importante catena di catering, il signor Prigozhin negli anni 90 apre persino dei casinò. Li apre, guarda caso, proprio nell’epoca “selvaggia” dell’ex Unione Sovietica, quando il luogo più indicato per il riciclaggio di denaro sporco erano proprio i casinò.

Yevgeny Prigozhin, dalla galera ai servizi segreti

Yevgeny Prigozhin
Stemma del GRU

Il signor Prigozhin però sembra non aver frequentato nessuna scuola alberghiera. Almeno noi non abbiamo trovato nulla in merito. Anzi, a dire il vero abbiamo reperito poche informazioni utili sul suo conto. Forse avrà imparato a cucinare in carcere visto che nel 1981 fu condannato a dodici anni di reclusione per rapina e per sfruttamento giovanile della prostituzione. Yevgeny Prigozhin però sconterà solo nove anni di carcere.

Ci piacerebbe anche sapere come ha fatto un rapinatore e magnaccio di ragazzine ad essere avvicinato dai vertici del GRUGlavnoe razvedyvatel’noe upravlenie: il servizio segreto russo alle dipendenze dello Stato Maggiore delle forze armate.

Impero e leggenda

Quando si parla di personaggi come Yevgeny Prigozhin — più simili a leggende che a uomini — non si trovano molte informazioni. Quelle che si trovano sono solo quelle appositamente date in pasto alla rete per sfamare i cacciatori di inchieste. Il classico alone di mistero che preserva occulte autorità, tipico di un “impero” in cui vige tutt’ora la mitopoiesi. Lo stesso alone mitologico che preserva le eminenze grigie, nominate oligarchi negli anni Novanta. Ma la Russia si sa: è impero e leggenda.

È il Paese in cui chi non ama le russkyie pravila viene internato in qualche ospedale psichiatrico siberiano, com’è successo ultimamente alla giornalista di RusNews, Maria Ponomarenko. Ed è lo stesso Paese in cui il “contagio” di suicidio è tra i più alti al mondo, come quello che ha colpito i manager dell’azienda Gazprom negli ultimi mesi.

Yevgeny Prigozhin e le elezioni presidenziali USA del 2016

Tra la cottura di un golubtsy e quella di un manzo alla Stroganoff, Prigozhin ha avuto persino il tempo di influenzare le elezioni presidenziali americane. Sono proprio gli USA ad averlo incriminato con l’accusa di aver generato tramite la Internet Research Agency, la fabbrica di troll che ha guidato gli sforzi russi al fine di intromettersi nelle votazioni.

In questo articolo del Washington Post, lo schema — secondo il consigliere speciale del Dipartimento di Giustizia americano — sarebbe stato operativo sui social per favorire Donald Trump sull’avversaria Hillary Clinton. Ad essere accusato, oltre a Yevgeny Prigozhin, ci furono altri 12 oligarchi russi.

Il gruppo Wagner, tra svastiche e missioni segrete

Ad affermare che Yevgeny Prigozhin sia uno dei responsabili del gruppo mercenario Wagner è la BBC, in questo articolo. Ma anche il New York Time in quest’altro articolo lo conferma, dopo mesi di indagini. Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che il gruppo mercenario Wagner è capitanato dal tenente colonnello Dmitrij Utkin, un nazista con tanto di svastiche e croci runiche tatuate addosso. Lo stesso identico nazismo che la propaganda russa ha usato per giustificare l’invasione dell’Ucraina.

Yevgeny Prigozhin
Il comandante del gruppo Wagner Dmitrij Utkin Lo stemma del gruppo Wagner

Per l’ennesima volta ci chiediamo che cosa c’entri un cuoco con dei «taglia teste» di professione, pagati con i soldi dello Stato. Ma forse è meglio non porsi troppe domande, visto che i tre giornalisti che provarono ad indagare su questo gruppo misterioso vennero uccisi nella Repubblica Centrafricana: il teatro di guerra in cui all’epoca operavano i Wagner. Converrete con noi che non ha senso che un semplice cuoco sia a stretto contatto con i servizi segreti e nello stesso tempo sia a capo di un gruppo di mercenari pagati dal Cremlino.

Profili troll rimossi da Facebook, erano di Prigozhin

A fine ottobre del 2019 l’algoritmo di Facebook si accorge di una strana tendenza. Dei gruppi russi, tra cui account e pagine, prendono di mira alcuni Paesi africani per destabilizzarne la politica. Stati come Madagascar, Repubblica Centrafricana, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Camerun,Sudan e Libia, vengono “trollati” com’era accaduto per le elezioni USA. Dopo un accurato controllo ogni profilo e gruppo vengono bloccati (vedi comunicazione). La persona dietro tutto ciò è ancora una volta Yevgeny Prigozhin.

Dalle prime indagini è emerso che ad almeno sei candidati sono stati offerti soldi dai russi nelle elezioni presidenziali del Madagascar del 2018. Oltre al Madagascar, grazie alla propaganda social fatta da Prigozhin, la Russia tappezza le strade della Repubblica Centrafricana con il motto: “Mano nella mano con il tuo esercito”. Difatti le reclute africane non vengono solo rifornite con armamenti russi ma imparano persino il russo.

Le sanzioni contro Yevgeny Prigozhin

Il Tribunale dell’Unione europea ha confermato le sanzioni adottate dal Consiglio Ue nei confronti di Prigozhin. Le sanzioni sono legate alle situazioni venutesi a creare in Libia, oltre alla vicinanza del cuoco al gruppo Wagner. Le misure adottate nell’ottobre 2020 e prorogate nel luglio 2021 — la cui legittimità è stata confermata dai giudici — consistono nel congelamento di fondi alle persone che in un modo o nell’altro intrapresero atti allo scopo di minacciare la pace, la stabilità o la sicurezza della Libia.

Il panfilo, simbolo dell’oligarchia russa, sanzionato a Yevgeny Prigozhin

Come se non bastasse il cuoco del Cremlino tutt’ora ha rapporti commerciali anche con il ministro della Difesa russo Sergej Kuzugetovic Sojgu, uno tra gli uomini intoccabili di Putin. Lo stesso ministro che ha progettato l’invasione ucraina in cui, guarda caso, ha preso parte anche il gruppo Wagner al soldo dei russi. Non possiamo di certo sapere quanto sia il giro d’affari ricavato dall’invio dei Wagner in moltissimi teatri di guerra mondiali, ma di sicuro non si tratta di pochi rubli.

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