La leggenda del Wendigo fa parte del folclore dei nativi americani. Tanto è radicata tra USA e Canada che ha dato il suo nome a una controversa sindrome psichiatrica

“Il Wendigo era magro, emaciato, la sua pelle essiccata grigio cenere era tirata saldamente sulle ossa che sporgevano sotto la sua pelle. I suoi occhi erano infossati in profondità nelle orbite: sembrava uno scheletro recentemente dissotterrato dalla tomba. Emanava uno strano e inquietante odore di decomposizione, di morte e corruzione”.
Così Basil Johnston, scrittore canadese nativo americano della Nazione Chippewa, descrive la terribile creatura antropofaga del folclore. Secondo il mito dei nativi delle Prime Nazioni vivrebbe nelle foreste della regione dei Grandi Laghi e nelle zone centrali del Canada.

Un mostro spaventoso
Il Wendigo è uno spirito che ha posseduto un uomo e lo ha fatto diventare mostruoso. È storicamente associato al cannibalismo, all’omicidio, all’avidità insaziabile e ai tabù culturali contro tali comportamenti. Conosciuto con diversi nomi – Windigo, Witigo, Witiko e Wee-Tee-Go – ognuno di loro si traduce approssimativamente in “lo spirito malvagio che divora l’umanità”. Una creatura antropofaga soprannaturale fortemente associata all’inverno, al freddo, alla carestia e alla fame. Gli Ojibwa lo descrivevano così:
“Una creatura grande, alta come un albero, con una bocca priva di labbra e denti frastagliati. Il suo respiro è uno strano sibilo, le sue impronte piene di sangue. Mangia qualsiasi uomo, donna o bambino che si avventuri nel suo territorio. E quelli sono i fortunati. A volte, il Wendigo sceglie invece di possedere una persona che diventa essa stessa un Wendigo. Costui dà la caccia a coloro che una volta aveva amato e banchetta con la loro carne. “
Tabù infranto
In passato capitava che cacciatori nativi o coloni si trovassero bloccati dalla neve e dal ghiaccio nei boschi del nord. Quando le provviste finivano i sopravvissuti si vedevano obbligati a nutrirsi dei morti per sopravvivere. Rompevano così un tabù ancestrale che aveva gravi ripercussioni sulla loro psiche. Altre versioni della leggenda riferiscono che gli avidi, i golosi e gli egoisti possono essere posseduti da un Wendigo. In questo caso il mito aveva una valenza morale per incoraggiare la cooperazione e la moderazione.
La Psicosi Wendigo
Nel XX secolo alcuni psichiatri cominciano a parlare di una vera e propria psicosi Wendigo. Una sindrome che creerebbe un’intensa brama di carne umana contemporaneamente al terrore di diventare un antropofago. Tale psicosi sarebbe tipica di coloro che vivono nella regione dei Grandi Laghi di Canada e Stati Uniti. Si svilupperebbe in inverno in individui che hanno vissuto isolati per lunghi periodi.
Nelle tribù, anticamente, se una persona mostrava segni di questa psicosi i guaritori tradizionali cercavano di curarlo; se il tentativo falliva e la persona malata iniziava a diventare pericolosa veniva giustiziata.
Testimonianze storiche
In uno dei rapporti annuali chiamati Relations des Jésuites de la Nouvelle-France, datato 1661 si legge:
“Quei poveri uomini (…) furono colti da un disturbo a noi sconosciuto, ma non del tutto insolito tra le persone che cercavamo. Non sono afflitti né dalla follia, né dall’ipocondria, né dalla frenesia; ma hanno una combinazione di tutte queste specie di malattie, che influisce sulla loro immaginazione e provoca loro una fame più che canina. Questo li rende così famelici per la carne umana che si avventano su donne, bambini e persino sugli uomini, come veri lupi mannari. Li divorano voracemente, senza essere in grado di placare o appagare il loro appetito – sempre alla ricerca di prede fresche. (…) poiché la morte è l’unico rimedio tra quelle persone semplici per controllare tali atti di omicidio, furono uccisi”.
Casi criminali recenti
Uno dei più famosi casi di psicosi Wendigo segnalati riguarda un trapper della tribù dei Pianure Cree, chiamato Swift Runner, padre di sei figli. Durante il rigidissimo inverno del 1878, Swift Runner e la sua famiglia soffrirono la fame e il figlio maggiore morì. L’uomo sapeva che a venticinque miglia di distanza da casa sua c’era una postazione della Hudson’s Bay Company con scorte alimentari di emergenza. Tuttavia massacrò e mangiò la moglie e gli altri cinque figli. In seguito Swift Runner confessò i suoi crimini e fu giustiziato a Fort Saskatchewan.

Un altro caso noto che coinvolge la psicosi Wendigo è stato quello di Jack Fiddler. Era un capo Oji-Cree e uomo di medicina noto per i suoi poteri nello sconfiggere questa terribile creatura antropofaga. Se non riusciva nei suoi tentativi Fiddler, con l’aiuto di suo fratello Joseph, uccideva le persone “possedute”. Nel 1907 le autorità canadesi arrestarono entrambi i fratelli per omicidio. Jack si suicidò prima del processo e Joseph fu processato e condannato all’ergastolo.
Psicosi o fattore culturale?
Negli anni ’80 l’esistenza stessa della psicosi Wendigo fu molto dibattuta tra etnografi, psicologi e antropologi. Fu ritenuta qualcosa di inventato da studiosi che prendevano le storie popolari come racconti di fatti veri senza porsi domande.
La decima revisione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD) classifica la psicosi Wendigo come un disturbo legato alla cultura nativa. Lo descrive come:
“Rari, storici resoconti di ossessione antropofaga (…) Alcuni nuovi studi controversi mettono in dubbio la legittimità della sindrome. Sostengono che i casi siano in realtà il prodotto di accuse ostili inventate per giustificare l’ostracismo o l’esecuzione della vittima”
Il Wendigo esiste?
Tuttavia, gli avvistamenti di Wendigo sono ancora segnalati, specialmente nel nord dell’Ontario, vicino alla Grotta del Wendigo e intorno alla città di Kenora. Ci sono molti che credono ancora che il Wendigo vaghi per i boschi e le praterie del Minnesota settentrionale e del Canada. Gli avvistamenti della creatura antropofaga del folclore in quest’area sono proseguiti nel nuovo millennio.
Influenze sui media

Una delle prime apparizioni di un personaggio ispirato a un Wendigo nella letteratura non indigena è il racconto breve di Algernon Blackwood “The Wendigo”. Il lavoro di Blackwood ha influenzato la narrativa horror e ha ispirato un personaggio nel romanzo di Stephen King Pet Sematary. Si tratta di una personificazione del male, un’orrenda creatura ghignante con occhi giallo-grigi, corna di montone e un vapore bianco proveniente dalle narici.
Altre creature basate sulla leggenda, o che prendono il nome da essa, appaiono in vari film e programmi televisivi. Nella serie TV Hannibal un profiler dell’FBI ha sogni o visioni ricorrenti di un Wendigo che simboleggia il cannibalismo del serial killer.